Oggi parleremo di due metodi per quantificare l’allenamento della forza, come le Scale di Percezione dello Sforzo RIR e RPE.
Indice
- 1 Come quantificare l’Allenamento di Forza?
- 2 Che cosa sono RIR e RPE nell’Allenamento con i Pesi?
- 3 Chi può utilizzare il metodo della Scala di Percezione dello Sforzo?
- 4 Come viene utilizzata la Scala di Percezione dello Sforzo in Allenamento?
- 5 Esempio di regolazione del RPE per microciclo di distensioni su panca
- 6 Riassunto e conclusioni
- 7 Bibliografia
- 8 Voci Correlate
Come quantificare l’Allenamento di Forza?
La forza è l’unica qualità fisica di base che migliora le altre e dipende da fattori intrinseci ed estrinseci, tra cui:
- L’area della sezione trasversale del muscolo;
- La curva lunghezza-tensione dei sarcomeri muscolari;
- La disposizione delle fibre muscolari e i loro tipi;
- Efficienza neuromuscolare;
- Biomeccanica individuale; e
- La velocità di contrazione.
La forza massima è la quantità massima di forza che una persona può stampare di fronte a un determinato carico o a una determinata azione sportiva, e quindi un atleta o una persona che si allena frequentemente ne ha così tanti valori di forza massimi come carichi che può sopportare.
Andando un po’ oltre, in ogni sport non solo viene applicata la forza in relazione alla velocità del movimento di interesse, ma è anche importante considerare la forza che si può manifestare in un dato momento, soprattutto in periodi di tempo molto brevi.
L’incapacità di inviare stimoli ad alta soglia deriva frequentemente, in larga misura, dal non essere regolarmente esposti a carichi elevati e/o dal non eseguire movimenti di contro-resistenza alla massima velocità concentrica possibile.
Quantificare solo l’intensità attraverso l’1RM ha importanti limitazioni poiché il carico di lavoro tra le sessioni e le variazioni della velocità di esecuzione non vengono presi in considerazione per lo stesso carico.
Oltre a fissare obiettivi di medio-lungo termine, limita la valutazione quotidiana degli adattamenti durante quel periodo.
Che cosa sono RIR e RPE nell’Allenamento con i Pesi?
Per risolvere questo problema, esiste un tipo di quantificazione complementare alla percentuale tipica di 1RM (% 1RM) che chiamiamo ”soggettiva” e che si basa sull’applicazione di valori alle sensazioni che abbiamo nei sollevamenti e con loro tenere un registro del processo di formazione.
Che cos’è la RPE?
RPE è l’acronimo di Rating of Perceived Exertion, che in italiano si traduce in Scala di Percezione dello Sforzo.
Si basa su una scala da 1 a 10 in cui ogni valore corrisponde a una serie di ripetizioni che potrebbero essere eseguite dopo quelle eseguite nella serie.
Cos’è la scala OMNI?
In particolare, e per essere puristi, il vero nome principale di questa scala era Omni-Res, ma per praticità nel linguaggio e nella pratica, viene utilizzato RPE (Figura 1 e Tabella 1).
Figura 1: Scala OMNI-Res.
Che cos’è un RIR?
RIR, invece, è l’acronimo di Repetitions In Reserve, tradotto come Ripetizioni in Riserva.
Questi due concetti sono direttamente correlati nella maggior parte delle materie e in base a quali percentuali di carichi specifici.
Normalmente (non sempre, ma nella stragrande maggioranza dei casi) sì, poiché la RPE si basa sull’applicazione di valori a cui corrisponde un RIR specifico; per esempio, RPE 8 è equivalente a un RIR (+2) poiché entrambi sono lasciati 2 ripetizioni nella camera (Tabella 1).
Relazione RPE – RIR | |
RPE | RIR |
10 | Sforzo Massimo; RIR = 0 |
9 | RIR = 1 |
8 | RIR = 2 |
7 | RIR = 3 |
5-6 | RIR = 4-6 |
3-4 | RIR = 6-8 |
1-2 | Poco o nessuno sforzo percepito; RIR > 8 |
Tabella 1: Relazione tra RPE e RIR.
Chi può utilizzare il metodo della Scala di Percezione dello Sforzo?
Questo tipo di scala di quantificazione soggettiva è stata studiata sia in atleti di forza dedicati alla competizione sia in atleti esperti e principianti dove le correlazioni variano tra 0,88 e 0,91 (cioè molto alte), che Dimostra che anche senza averlo usato prima, è un metodo che dopo un breve periodo di apprendimento e intuizione vediamo che ha anche una buona riproduzione e utilizzo nella pratica quotidiana.
Tabella 2: Relazione tra RPE, RIR, ripetizioni realizzate e %1RM.
Come viene utilizzata la Scala di Percezione dello Sforzo in Allenamento?
Lo esemplificheremo utilizzando due metodi:
Metodo 1: abbassare il peso sul bilanciere
Viene calcolato una RPE target, ad esempio RPE = 8 con un peso “qualunque” alle ripetizioni che vogliamo lavorare (esempio: range 6 – 8).
Diciamo che quel giorno, il peso a cui associamo quella RPE target è di 100 kg e abbiamo programmato di raggiungere il 20% di fatica, che è il limite massimo di perdita di velocità per lavorare la forza massima prima di quel carico e/o la soglia minima per generare una notevole ipertrofia nel medio termine.
Metodo 2: serie di variabili e ripetizioni per targetizzare la RPE
Calcoliamo una fascia RPE in cui vogliamo allenarci, ad esempio, inizia con RPE = 7 e termina con RPE = 9, senza abbassare il bilanciere come nel metodo precedente.
Passo 1: 1° serie
Carichiamo il bilanciere con 120 kg e con partiamo con una RPE iniziale = 7.
Ciò significa che eseguiremo ripetizioni nella prima serie dell’esercizio fino a quando dopo aver terminato una di quelle ripetizioni avremo la sensazione del RPE = 7 (probabilmente vicino a RIR = 3-4). Questo sarà il nostro numero target di ripetizioni per le prossime serie.
Passo 2: Riposo
Il tempo minimo necessario per eseguire la serie successiva con la garanzia di completare il numero di ripetizioni della serie precedente.
Passo 3: seconda serie
Viene eseguito il numero di ripetizioni della serie precedente e viene registrata la RPE (sensazione di sforzo) che abbiamo durante l’esecuzione dell’ultima ripetizione.
Passo 4: ripetere i passi 2 e 3
Finché l’ultima ripetizione di una serie ci offre una sensazione di sforzo del RPE = 9, a quel punto l’esercizio è terminato.
La tabella seguente affronta queste relazioni per identificare la quantità di fatica che accumuliamo quando aumentiamo la RPE a parità di peso (Tabella 2).
Relazione % fatica – Incremento RPE con lo stesso peso | ||
Incremento RPE | Esempioo | Fatica accumulata |
0,5 | 8.0 a 8.5 | 2-3% |
1 | 8.0 a 9.0 | 4-6% |
1,5 | 8.0 a 9.5 | 6-9% |
2 | 8.0 a 10 | 9-12% |
Tabella 2: Stanchezza approssimativa associata ad un aumento della sensazione di sforzo percepito a parità di peso sollevato.
Esempio di regolazione del RPE per microciclo di distensioni su panca
Presentiamo un esempio di scale di allenamento soggettive, in questo caso applicando la RPE, su un microciclo di distensioni su panca di 1 settimana con 10-12RM.
Sessione 1 | 1º Interrompere la prima serie quando la RPE = 7 -> Terminare con lo stesso numero di ripetizioni (x) |
2º Riposo di circa 2 minuti. | |
3º Realizzare serie di x ripetizioni fino a che la RPE = 9 (velocità finale < 0.27 m/s). | |
4º Continuare con il resto dell’allenamento. | |
Sessione 2 | 1º Interrompere la prima serie quando la RPE = 7 -> Terminare con il numero di ripetizioni (x). |
2º Riposo di circa 2 minuti. | |
3º Realizzare serie di x ripetizioni fino a che la RPE = 9.5 (velocità finale < 0.27 m/s). | |
4º Continuare con il resto dell’allenamento. |
Riassunto e conclusioni
Le scale soggettive come RIR o RPE dovrebbero essere considerate insieme alle misurazioni della velocità per ottenere una stima più accurata del carico relativo individuale (% 1RM) piuttosto che equazioni di gruppo generalizzate, che potrebbero servire come base per la stima, ma non oltre.
Cioè, una RPE = 8 potrebbe significare un RIR = 2-4 a seconda dell’esercizio, dell’intensità e del soggetto (esperienza di allenamento generale, 1RM assoluto in quell’esercizio, esperienza specifica nell’uso della scala specifica…)
Bibliografia
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- Pareja-Blanco, F, Alcazar, J, Sánchez, J., Cornejo-Daza, P., Piqueras, F., Mora-Vela, R., Sanchez-Moreno, M., Bachero-Mena, B., Ortega-Becerra, M. & Alegre, L. (2020). Velocity Loss as a Critical Variable Determining the Adaptations to Strength Training. Medicine & Science in Sports & Exercise.
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- Rodríguez-Rosell, D., Yáñez-García, J. M., Mora-Custodio, R., Pareja-Blanco, F., Ravelo-García, A. G., Ribas-Serna, J., & González-Badillo, J. J. (2020). Velocity-based resistance training: Impact of velocity loss in the set on neuromuscular performance and hormonal response. Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism.
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